Comunicato stampa del 7 giugno 2018 | Inizio dei lavori | Comunicato stampa Municipio Lugano | Interrogazione Martino Rossi | Risposta del Municipio all’Interrogazione | Cronistoria Museo all’aperto

Smantellato lo storico Percorso di sculture antistante al LAC

Il giorno 13 giugno il Municipio di Lugano ha diramato un comunicato stampa con cui si informa la popolazione che il 15 dello stesso mese «inizieranno i lavori di manutenzione straordinaria del giardino Belvedere» antistante al nuovo museo LAC, e insieme verrà tolto un gruppo di sculture. Gruppo di sculture che abitava in questo luogo da quarant’anni, e che ora, per un fortuito intreccio di coincidenze, avrebbe potuto costituire uno straordinario triangolo di espressioni artistiche collegato con il Museo LAC e la Collezione Olgiati.

Max Bill (Semisfera attorno a due assi, 1986, granito)
Max Bill (Semisfera attorno a due assi, 1986, granito)

Desideriamo richiamare l’attenzione sul fatto che il comunicato stampa nel definire quelle sculture come «ora sparse lungo l’aiuola» del giardino Belvedere, non rispecchi affatto la realtà delle cose, e dunque è altrettanto incongruo l’atto di – come dice il comunicato – «ricollocarle in altre aree della città, comprese le zone periferiche e i nuovi quartieri della grande Lugano». Ci preme pertanto ricordare che la presenza delle sculture sul lungolago – ora rimosse – risponde a una precisa ideazione avviatasi agli inizi degli anni ’80, nell’intento di animare il lungolago Riva Caccia con l’esposizione di sculture di formato medio, acquisite man mano nel tempo. Si è così realizzato un percorso di “poetica artistica” – tra piante e fiori – incrementato via via dal Dicastero della Cultura d’allora, secondo le possibilità economiche, e interrottosi nel 2000, con la scultura di Paolo Bellini. Queste opere scultoree erano state in parte acquistate dal Comune, in parte ricevute in donazione dagli artisti medesimi, ai fini di essere lì posate secondo chiari criteri tutt’altro che «sparsi», ma bensì rispondenti a una volontà di documentare e – insieme – di far colloquiare espressioni e tendenze della Scultura. Testimoni sono, nel genere “astratto”, il colloquio fra la scultura geometrica di Max Bill (Semisfera attorno a due assi, granito, 1986) e la scultura organica dell’amico suo Jean Arp (Femme-paysage, bronzo, 1958); fra l’opera di Piero Selmoni (Scultura, granito, 1976) e quella di Giovanni Genucchi (Risveglio, marmo, 1972); sul versante del genere “bestiario”, la felice collocazione del Pavone di Remo Rossi (bronzo, 1971) dialogante con il Cavallo di Nag Arnoldi (bronzo, 1977) e con il Rinoceronte di Piero Travaglini (granito); nel genere dell’ “informale” il Nucleo di Paolo Bellini (ferro, 1998) a riscontro con il Vincolo di Massimo Diotti (ferro, 1995) e con la Composizione  di Bruno Morenzoni (alluminio, 1983); mentre sul fronte della “figurazione” la Figura verticale di Selim Abdullah (bronzo, 1989) dialogante con il Risveglio femminile di Mario Bernasconi (bronzo, 1954) e con la Catena di Piero Travaglini (pietra, 1968). Insomma ha preso forma organica una pluralità di voci, materie, temi, tendenze ed espressioni dell’arte sviluppatasi nel corso di decenni sul nostro territorio.

Mario Bernasconi (Risveglio, 1954, bronzo)
Mario Bernasconi (Risveglio, 1954, bronzo)

Pensiamo dunque che sia una grande perdita smantellare e disperdere questa vitale esperienza artistica della Città, divenuta ormai parte della memoria collettiva – in primo luogo dei Ticinesi, e in ispecie di quelli del quartiere di Loreto – per sostituirvi invece – come recita il comunicato – «un grande prato urbano, in cui sarà possibile sostare per rilassarsi e rinfrescarsi godendo della vista del golfo», sicché – continua il comunicato stampa  – «il parco così pensato darà continuità alla piazza del nuovo centro culturale e la metterà in comunicazione con il lago». Noi siamo persuasi che la compenetrazione dell’emblematico triangolo espressivo – Museo LAC/Collezione Olgiati/Sculture del lungolago – costituirebbe invece, per gli amanti del bello e dell’arte, uno straordinario arricchimento. La presenza dell’itinerario artistico di sculture all’aperto Sul lungolago certo nulla toglie: anzi, al contrario, non può che invitare ad ammirare le sculture in una «continuità con la piazza del nuovo centro culturale e la metterà in comunicazione con il lago».

Nag Arnoldi (Cavallo, 1977, bronzo)
Nag Arnoldi (Cavallo, 1977, bronzo)

Invitiamo pertanto il Municipio di Lugano a far ripristinare la preesistente situazione: nata, cresciuta e maturata negli anni addietro; e, perché no?, a continuare e completare tale progetto integrandolo con altre nuove opere significative. Si restituirebbe così una situazione che, d’altra parte, tante città europee ambiscono realizzare; e che, comunque, anche a buona parte dei cittadini, visitatori e turisti è sempre risultata assai gradita e attrattiva. L’arte fra la gente, si potrebbe dire: già validamente testimoniata dalle migliaia di bimbi e adulti che, nello scorrere degli anni, hanno ammirato, accarezzato, fotografato quell’eloquente Percorso di sculture, che ora è stato smantellato.

hanno aderito all’appello

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Interrogazione Martino Rossi

Inaugurare il LAC smantellando il “Giardino delle sculture”?

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Comunicato Stampa del Municipio di Lugano

Manutenzione straordinaria del Giardino Belvedere

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